Torino, Polo del ‘900, via del Carmine 14, salotto del 900 (domenica 3 febbraio 2019 ore 11). Il 3 febbraio chiude l’installazione multimediale Che razza di storia e si avvia a conclusione il progetto integrato del Polo del ‘900, 1938-2018. A 80 anni dalle leggi razziali, coordinato dal Museo diffuso della Resistenza. Il progetto ha visto l’approfondimento di un momento storico in cui lo Stato ha costruito un nemico sulla base di pregiudizi e stereotipi, determinandone esclusione e persecuzione in forza di una presunta superiorità.
Gli incontri, le esposizioni, gli spettacoli succedutisi nel corso del 2018 e nelle prime settimane del 2019, hanno fatto emergere connessioni non banalizzanti e semplificanti con realtà attuali di discriminazione e di conflitto su cui gli attori del progetto sono stati chiamati a interrogarsi. Lungo questo percorso, è stata dedicata particolare attenzione alla costruzione di relazioni con nuovi pubblici e alla collaborazione con realtà impegnate sul fronte dei diritti, dell’inclusione, della cittadinanza attiva.
A conclusione di un programma ampio e complesso, che ha visto la collaborazione di 12 partner insieme con decine di realtà cittadine e la realizzazione di circa 80 appuntamenti, il Museo offre un momento di riflessione e di raccolta delle suggestioni ricevute dai pubblici e dai partner.
Questo momento è costituito, a ideale congiunzione dei due estremi cronologici del progetto, da una performance nella modalità dellabiblioteca vivente, a cura di Muna Khorzom e Ayoub Moussaid, Dawit Borio, Ivana Nikolic, Esperance Hakuzwimana Ripanti, Anna Luana Lezzi.
La biblioteca vivente è un’azione semplice ma concreta per promuovere il dialogo interculturale, affrontare i propri pregiudizi e scardinare gli stereotipi attraverso il racconto e la condivisione tra persone diverse per età, provenienza geografica, formazione ecc. Offre libri che non si sfogliano ma si ascoltano e si interrogano. Questi ‘libri’ infatti, sono persone con una storia da raccontare, “libri viventi” da “prendere in prestito” per lo spazio di una conversazione. I libri appartengono a minoranze soggette a stereotipi e pregiudizi; l’intento, nella relazione che si instaura tra libro e lettore, è quello di superare categorie e generalizzazioni per connettersi con le esperienze e le emozioni del ‘lettore’. I titoli offerti dalla biblioteca si rivolgono in modo molto diretto ai nostri pregiudizi.
L’attività, aperta alla cittadinanza, si svolge in forma di dialogo uno a uno o uno a molti, con un primo momento di ascolto della storia e un tempo per eventuali domande da parte del “lettore”. Ogni lettura dura circa 10-15 minuti. La performance “biblioteca vivente” avrà luogo al Polo del ‘900 (Torino, via del Carmine 14), di fronte alle domande problematizzanti e attualizzanti poste all’ingresso dell’installazione Che razza di storia. Quella che si intende realizzare è una connessione ideale tra i racconti proposti da testimoni che hanno esperito esclusione e persecuzione negli anni 1943-1945 (seconda sala dell’installazione) e il vissuto di chi oggi è oggetto di discriminazione e stereotipi.
Importante, quindi, anche la relazione del momento performativo con lo spazio in cui si svolge, che offre una ricca selezione di volumi dedicati alle leggi razziali, al razzismo e ai conflitti del Novecento proposta dalla Biblioteca, questa sì, di carta, del Polo del ’900.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Nel pomeriggio, alle 16, in sala conferenze del Polo del ’900, Palazzo San Celso, il Centro studi Piero Gobetti organizza un momento di confronto su La natura del pregiudizio. Intervengono Francesco Remotti (antropologo), Cristina Mosso (psicologa sociale), Chiara Ciaccheri(museologa).