Liberazione del campo di Ferramonti
Data evento: martedì 14 Settembre 1943
Dove: Ferramonti di Tarsia (CS)
Nel Luglio del 1943 il Ministero dell’Interno ipotizzò di “sgomberare” gli internati del campo di Ferramonti, inviandoli nella provincia di Bolzano; ma con la caduta di Mussolini (25 luglio 1943) cadde anche tale ipotesi. Il colpo di stato che provocò la caduta del fascismo suscitò anche a Ferramonti la speranza di una rapida fine della guerra. Il mese dopo, invece, il campo fu interessato direttamente dal conflitto: alcuni aerei alleati, ritenendo di individuare nella sua baraccopoli una base militare, ne colpirono un padiglione cagionando la morte di quattro internati, il ferimento di altri undici e l’incendio di due baracche. In seguito a questo triste avvenimento, buona parte della guarnigione del campo si dileguò per paura e molti internati (anche per il timore, non infondato, di essere catturati dai tedeschi in ritirata verso Nord) si rifugiarono sulle colline sovrastanti col beneplacito della direzione. Tant’è che – rimaste incustodite – molte baracche vennero allora saccheggiate. Il 14 settembre 1943 il campo di Ferramonti, semideserto, fu raggiunto dalle avanguardie dell’VIII Armata britannica e gli internati ancora presenti vennero dichiarati liberi. Da qui in avanti, iniziò lo smantellamento di Ferramonti quale campo fascista, mentre quelle baracche iniziarono a diventare sede di un campo per rifugiati, sotto il controllo delle autorità d’occupazione alleate. Questo “secondo campo” fu, anche, per qualche tempo, una delle più numerose e ferventi comunità ebraiche dell’Italia post fascista, nonostante le partenze sempre più frequenti degli ex internati verso le città italiane già liberate nonché verso la Palestina e gli Stati Uniti.
Maggiori informazioni
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