Museo della Resistenza Piacentina, continuano le escursioni sui Sentieri della Libertà

Il progetto “Sentieri della Libertà” del Museo della Resistenza Piacentina prosegue con le attività escursionistiche iniziate lo scorso anno e che di volta in volta portano i partecipanti a scoprire nei percorsi la storia locale con i suoi personaggi, i suoi eventi, le sue battaglie e la storiografia dove ogni sentiero segue le ricerche degli storici e delle storiche alla scoperta di un tema generale

Lo scorso 9 marzo è stata organizzata, riscuotendo un grande successo, l’escursione guidata sul “Sentiero dei disertori” dove, alla presenza della vicepresidente del Museo della Resistenza Piacentina, Valentina Pareti del sindaco di Pianello Mauro Lodigiani e all’assessore Arianna Merli è stato inaugurato il pannello informativo posizionato alla partenza del percorso.

L’evento, organizzato in collaborazione con il “Comitato Storico Culturale Val Tidone” e “Val Tidone lentamente” ha visto la partecipazione di numerosi camminatori e di una delegazione della Sezione ANPI Val Tidone. Il percorso è dedicato in senso ampio al tema della diserzione come elemento fondante della scelta resistenziale. Dalla renitenza alla leva generalizzata dell’autunno/inverno 1943, che vede migliaia di giovani salire in montagna per sfuggire ai bandi di chiamata alle armi della RSI alla diserzione di numerosi militari delle formazioni repubblichine che passano con la Resistenza. Fino al caso particolare e simbolicamente significativo della diserzione dall’esercito nazista dei cosiddetti “partigiani della Wermacht”, che passano sul fronte opposto, combattendo contro i loro ex commilitoni. Una scelta difficile, problematica, che ci aiuta però, come italiani, a distinguere tra  tedeschi e nazisti, osservando il secondo conflitto mondiale da una prospettiva che rifugge la retorica nazionalista e autoassolutoria del “bravo italiano” contrapposto al “feroce invasore tedesco”, e a fare i conti, finalmente, con le pesanti responsabilità del colonialismo italiano e delle politiche repressive attuate dal nostro esercito in Africa, nei Balcani e sugli altri fronti di guerra.

Il percorso ha toccato anche il cippo che a Vidiano ricorda due carabinieri vittime della reazione popolare ad un’azione di repressione della renitenza alla leva. Un fatto singolare, unico nel suo genere. Un raro episodio di Resistenza ante litteram, precedente al consolidarsi della lotta armata organizzata nella zona. Una reazione spontanea della popolazione civile della Val Luretta che autonomamente si organizza per respingere, armi in pugno, chi voleva arruolare forzatamente i giovani del paese nelle forze armate repubblichine.